EPHEMEROS PROJECT

EPHEMEROS. l'arte della provvisorietà


work in progress 2010-211. Art with an expiry date.


This is the beginning of a riflection about the ephemeral nature of art.


zool. common name. insects which belong to the genre that at mayfly adults live only a few hours. From this question moved to the world of contemporary art take place my research work for the Academy of Fine Arts in Florence. The next step will be a series of lectures and workshops at the Aalto University of Helsinki (Finland), about installation and Environmental Art.

You are invited guests, artists, curators, galleries ... to give your opinion on the validity of a temporary art, the importance and nature of the materials used, the conservative aspect of art works, his value over time. Your stories will be included in the final text.

You can leave your opinion (english, spanish and italian lenguage are accepted) by e-mail to:
(Virginia Lopez)




Ephemeros project, Virginia Lopez | Dimensions| Waisenhausplatz, Bern, Switzerland.
Eletto galerie. curated by Christian Herren.
opening 8 january 2012







EPHEMEROS
Virginia Lopez
14.04 – 12.05.2012

A cura di Fabrizia Betazzi

galleria Lato, Prato, Italy



C’è una stanza segreta dentro Ognuno.
L’accesso è essenzialmente precluso a meno che non ce ne venga offerta la chiave.
Nella stanza creativa di Virginia Lopez c’è un interesse di tipo quasi rinascimentale per l’indagine sulla natura, i luoghi da essa abitati e la sua relazione con l’essere umano o l’animale.
Lo sviluppo di questa indagine è funzionale ad essere tramite verso un’attenta analisi sull’Uomo.
Virginia ci apre un punto di vista privilegiato su un immaginario privato. La segretezza e l’intimità i cannocchiali per guardarlo. A bassa voce la parola per parlarne.
Nei lavori proposti per lo Studio Lato il percorso si snoda in quadri/ambienti, habitat dello spazio e della mente che possiamo attraversare: arte ambientale, arte che ci accoglie, ingresso a fantasticherie.
Rêverie alla portata di tutti. Basta voler attraversare la porta custode dei ricordi, che tiene intorno a sé la terra (madre), l’acqua (che sostenta) e gli affetti indistruttibili di bambini e madri fermati per sempre da un attimo fotografico che li ha consacrati.
Per lei si va incontro a presenze che percorrono tutta l’esposizione, Fossili nelle acque dormienti, presenze plasmate nella deperibilità della cera, duttile e che si piega ad accogliere in sé l’immagine in un equilibrio che può essere transitorio e precario.
L’attenzione e la curiosità dell’artista sono sterminate e si esplicano in una ricognizione precisa e puntuale di ogni sfera del vivente: si alternano conchiglie, animali, parti del corpo umano, gelosamente racchiusi tra un materiale di supporto e un velo di cera (Polittico della fragilità) oppure isolati in teche e immersi in liquidi da studio scientifico (I giardini del beato). Il soggetto è guardato da una prospettiva privilegiata che ce ne svela i più piccoli particolari e che gli conferisce un risalto che nel suo habitat quotidiano non avrebbe così marcato.
Come in una moderna Camera delle meraviglie Virginia Lopez opera criticamente un’azione selettiva sul reale: sceglie, ritaglia, riproduce fedelmente i suoi Naturalia, fiori, rami, concrezioni, parti anatomiche. Li racchiude nel vetro degli alambicchi per rendercene intatta ogni specificità.
L’osservazione non è mai superficiale.
Altrove ci si presentano figure fantasmatiche ma ancora vive della loro sembianza (Wax light poliptych): rimane un’impronta, traccia dell’essenza e si colloca tra la nostalgia e il ricordo che protegge le immagini.
Siamo invitati a fare maggiore attenzione per capire chi o cosa sia cristallizzato in quel momento, per percepire l’ultimo atto di una presenza vitale, quasi un ricordo.
Virginia procede per rivelazioni del quotidiano: ogni soggetto sembra tornare a nuova vita, il gesto artistico lo richiama potentemente all’adesso che stiamo vivendo.

Fabrizia Bettazzi



Galleria Lato
Piazza San Marco 13
59100 Prato
info@lato.co.it
www.lato.co.it