riflessioni in torno a Otto. Rank, Il trauma della nascita
Il mondo come rappresentazione perche tutto ciò che è davanti all’Io, natura e cultura, è il risultato del nostro guardare, di una visione antropomorfica, e la percezione di questa realtà, il “vedere” è in se stesso un atto creativo e porta con sé non solo l’atto fisico del guardare ma tutti gli elementi emotivi, e cognitivi dell’uomo. Perché noi vediamo ciò che sappiamo, e nessuna scoperta è vera scoperta dal nulla ma ri-velazione di uno stato latente che aspettava di essere messo di nuovo alla luce. Perciò, il simbolismo, quella lingua muta universale come la definisce Rank, che appartiene specificamente all’uomo, si manifesta in tutto ciò che è al di fuori di lui, modificando il mondo, creandolo a sua misura sulla base del suo inconscio. Rank esamina tutte queste “costruzioni”, dall’arte ei manufatti alla filosofia e la religione, in uno sviluppo che ha portato l’uomo attraverso la sublimazione verso simboli sempre più astratti e lontani del trauma originario. L’uomo oggi è pieno di concetti astratti, idee, dalle quali ha rimosso però il suo contenuto emotivo, e si trova sprovvisto , orfano in natura, non è più capace di questa “partecipazione mistica” che mantengono ancora vivi i popoli primitivi, che vive ancora nelle leggende e nei miti, e che noi abbiamo depositato nell’inconscio. L’evoluzione dell’uomo sarà un continuo rinnovarsi di simboli, ogni volta più complessi, che nascondono sempre l’eterno desiderio e bisogno di sicurezza primitiva, e allo stesso tempo tengono lontano il ricordo del trauma che a quella perduta realtà e connesso.
Attraverso la fissazione d'immagini -simbolo si arriva al non-tempo: la pioggia, l'albero che cambia le foglie e permane, il sole che tramonta e rinasce, il bianco dei lenzuoli stesi di tergo lino, il vento, la casa, la terra. La capacità di estrarre dal particolare contingente, dalla fragilità e provvisorità della nostra essistenza fugace, l'universalità, la permanenza che attraversa con fili sottili e trasparenti tutta la nostra realtà.
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